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Scritto da nicola consani
Bagni di Lucca
20 Settembre 2024

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo intervento inviatoci da Nicola Consani, presidente della Croce Rossa Italiana-Comitato di Bagni di Lucca:
Dopo settimane di silenzio sulla stampa, durante le quali ho osservato le varie proteste per la chiusura del punto di primo soccorso e per la preservazione dell'ambulanza medicalizzata nel comune di Borgo a Mozzano, ho deciso di esprimere il mio pensiero. Lo faccio come rappresentante di un'associazione che da più di 70 anni offre questo servizio ai cittadini, soprattutto alla luce della scarsa conoscenza del settore da parte di alcuni e della tendenza a guardare solo al proprio "orticello".
La mia visione, condivisa anche con i volontari e gli amministratori, punta a garantire un territorio sicuro dal punto di vista sanitario, considerando però un'area più ampia come quella della Mediavalle e non solo un singolo comune. Questa visione non mira a togliere risorse, ma a utilizzarle al meglio, soprattutto in un momento storico complesso come quello attuale. Partiamo dai PPS, i famosi Punti di Primo Soccorso, istituiti con una delibera di giunta del 2007 della Regione Toscana, un documento ormai obsoleto e non aggiornato alla situazione odierna. Questi PPS, chiusi durante la pandemia, avevano il compito di trattare patologie minori e situazioni non d'emergenza. Se queste patologie non sono emergenziali, ma possono essere gestite dal medico di famiglia, perché dovrebbero impegnare un medico destinato alle emergenze, che sono imprevedibili? Cosa succederebbe se una persona fosse in trattamento presso un PPS, magari per una sutura, e arrivasse una chiamata urgente per un arresto cardiaco? Verrebbe trattato l'arresto cardiaco o si lascerebbe la persona a metà sutura sul lettino? Le incognite sono molte, ma fortunatamente la Regione Toscana ha già avviato una sperimentazione nell'ASL Toscana Centro con i Punti di Intervento Rapido (PIR). Se la sperimentazione avrà successo, questi PIR sostituiranno i PPS, garantendo la presenza di un medico che non dovrà uscire per le emergenze, restando quindi sempre disponibile per i cittadini. Nel frattempo, comitati, cittadini e enti dovrebbero prestare attenzione alla medicina territoriale, ovvero ai medici di famiglia, e richiederne un potenziamento.
 Per quanto riguarda il medico sull'ambulanza a Borgo a Mozzano, è evidente che un sanitario legato esclusivamente a un'ambulanza non è funzionale, soprattutto nel nostro territorio. Il medico dovrebbe essere affiancato da un professionista sanitario, come un infermiere, e messo su un'automedica in un punto strategico della zona. Questo permetterebbe di supportare le ambulanze con i volontari o quelle infermieristiche quando necessario. Avere due professionisti su un mezzo di soccorso più agile come un'automedica porterebbe sicuramente vantaggi. In tutti i territori in cui l'automedica ha sostituito le ambulanze medicalizzate, si sono ottenuti notevoli risultati, garantendo alla popolazione un maggior numero di ambulanze per il trasporto. Immaginate un arresto cardiaco in una frazione di Bagni di Lucca come Montefegatesi, in un momento in cui le ambulanze sono tutte disponibili. La prima a partire sarebbe l'ambulanza di Bagni di Lucca, con soli soccorritori, per vicinanza. Tuttavia, servirebbe anche il medico, che si trova su un'altra ambulanza a Borgo a Mozzano. In questo scenario, ci sarebbero due ambulanze identiche sul posto e un medico, perché quest'ultimo è vincolato a un'altra ambulanza. E se si verificasse un altro intervento grave in fondovalle? Il mezzo di soccorso dovrebbe arrivare da più lontano. Se invece ci fosse un'automedica a supporto dell'ambulanza di Bagni di Lucca, l'ambulanza di Borgo a Mozzano (che sia con infermiere o con soli soccorritori) resterebbe a disposizione per altri interventi. La situazione non deve essere strumentalizzata, confondendo i cittadini; deve essere spiegata correttamente, con l'obiettivo di tutelare la popolazione di un territorio vasto e geograficamente complesso. Confido nei sindaci, che dovranno rivedere l'organizzazione dell'emergenza territoriale, affinché si basino sulle evidenze e non concentrino i servizi solo in un comune o nell'altro.
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