Il borgo di San Pellegrino in Alpe e il suo museo etnografico beneficiano di fondi europei grazie al progetto Incultum: il nome deriva da “Innovative CULtural ToUrisM” e mette, per l’appunto, in connessione tre concetti, quelli di turismo, cultura ed innovazione. Il progetto pone l’attenzione sul turismo in termini di cultura, natura, conoscenze ed esperienze personali. In particolare, analizza le sfide e le opportunità del turismo culturale finalizzate a promuovere uno sviluppo sociale, culturale ed economico sostenibile. Il progetto conduce dieci casi pilota in tutto il territorio continentale, tra i quali la Garfagnana.
A parlarcene in maniera diffusa i tre ricercatori dell’Università di Pisa che se ne sono occupati: Adele Cogno, Martina Pirrone e Andrea Pedri, insieme alla responsabile scientifica e coordinatrice del pilot dott.ssa Enrica Lemmi e al Dipartimento di Scienze Politiche che ha in carico il progetto.
Perché Incultum e perché proprio San Pellegrino in Alpe? “Il progetto è inerente il turismo culturale, con l’obiettivo di promuovere uno sviluppo sostenibile, con un approccio moderno e il coinvolgimento di più soggetti. I criteri di selezione dei luoghi sono legati ad aree marginali e periferiche ma dotate di grande potenziale turistico, sfruttato solo in parte e basato su un determinato aspetto, come è San Pellegrino in Alpe, luogo di grande passaggio per la presenza di numerosi cammini storici e il complesso abitativo più alto dell’Appennino”.
Quali sono le potenzialità sulle quali il vostro progetto interviene? “La sfida del progetto è quella di ampliare l’offerta e sviluppare con un nuovo approccio legato all’innovazione e alla tecnologia, le potenzialità attrattive del luogo legate alla cultura, convincendo il turista di passaggio a fermarsi. San Pellegrino in Alpe vanta una storia antica e forte legata ai pellegrini, con i suoi cammini. Il progetto Incultum è intervenuto sul museo etnografico, riaperto dopo i lavori di ristrutturazione. Il museo ha valori e tradizioni da sfruttare, affondando le proprie radici nella cultura contadina della Garfagnana. Dato che i possibili fruitori legati a quel passato sono evidentemente sempre meno, dobbiamo puntare ad ampliare il target”.
Cosa è già stato realizzato per il progetto? “Oltre alla riapertura del museo, cosa ben importante, è stato realizzato uno spettacolo teatrale che racconta la vita delle persone che hanno utilizzato gli oggetti agricoli presenti nel museo. Lo spettacolo, dopo una prima edizione in cui ha riscontrato success, sarà riproposto anche quest’anno. L’idea di partenza è quella di mettere in connessione storie e persone di epoche e culture differenti”.
Quale è la durata del progetto e cosa succederà al termine? “Il progetto Incultum, iniziato nel 2021, terminerà nel 2024: non dovrebbe essere replicato ma si apriranno sicuramente nuovi bandi europei che permetteranno di proseguire quest’esperienza. Al riguardo stiamo proseguendo nel lavoro di formazione per gli operatori locali”.