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Scritto da loreno bertolacci
Ce n'è anche per Cecco a cena
29 Aprile 2024

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La famosa canzone di Francesco De Gregori ha offerto lo spunto per il titolo dell’articolo nel quale il generale in questione non è uno qualunque, ma quello in questo momento più discusso in Italia: Roberto Vannacci. Per collina possiamo invece intendere la formazione montuosa che, se vista dalla città di Lucca, separa la valle del Serchio dalla stessa. Una valle che ha un suo giornale on-line come la “Gazzetta del Serchio” del quale sono onorato di far parte. Gazzetta che non poteva rimanere indifferente a quanto si sta, per l’ennesima volta, costruendo intorno alla figura del generale Vannacci e alle sue ultime dichiarazioni. Generale dell’esercito italiano che ha deciso di candidarsi come indipendente nelle file della Lega alle ultime elezioni europee. Stiamo veramente assistendo ad una sceneggiata, messa in piedi da un mainstream privo di correttezza giornalistica e onestà intellettuale. Una notte “crucca ed assassina” come cantava De Gregori nel suo celebre brano. Crucca perché parla una lingua che non è la nostra, quella di un giornalismo corretto fatto di trasposizioni esatte di quelle che sono le dichiarazioni di un’intervista e non di pezzi della stessa presi qua è là con il preciso intento di dare un diverso significato ai concetti che si volevano esprimere. La notte dell’informazione insomma che diventa anche assassina perché uccide la “verità giornalistica”, linfa vitale che deve sempre scorrere nel flusso dell’informazione in un mondo fatto di fake news e di social dove tutto può essere detto e scritto e tutti possono dire tutto quello che vogliono, senza possibilità di riprova e senza appello.

Ma veniamo alla famigerata intervista rilasciata al quotidiano “La Stampa” dove si è cercato di enucleare per un titolo sensazionale “classi separate per disabili”, frase che se presa a sé può fare pensare al concetto di separazione e non di integrazione, snaturando completamente il ragionamento che il generale voleva fare e ha cercato in tutti i modi di far capire. Letto invece tutto il discorso fatto da Vannacci, se naturalmente riportato bene, si riscontra e si conferma un’idea di integrazione addirittura migliore di quella dei beoti e buonisti di turno. L’aiuto integrativo e ancora maggiore dei disabili nelle classi e addirittura attenzioni peculiari e aiuti supplementari affinché l’integrazione possa essere garantita, magari con corsi e classi parallele e separate. E questo lo scriviamo noi, a scanso di equivoci, che un po’ conosciamo il settore per esperienza familiare. E non una separazione, nessuno l’ha mai neppure pensato!

Questo è il concetto che avrebbe voluto esprimere forse Vannacci, se qualcuno glielo avesse permesso e non gli avesse messo in bocca altre cose. Sarebbe stato più onesto forse leggere gli articoli senza fermarsi ai titoli e, magari, leggere i suoi libri prima di criticarli a prescindere senza averli letti. Ma l’onestà sappiamo non sia di questo mondo, anche quella intellettuale.

Vedere poi le cose anche da un altro punto di vista, al contrario appunto, spesso fa bene al ragionamento e porta senz’altro a migliorare la riflessione finale. Ma come si può solo pensare che un soldato che ha girato in teatri di guerra pericolosi in tutto il mondo sia razzista, sia omofobo, sia fascista solo perché dice una cosa ovvia ovvero che Mussolini era uno statista? Il dizionario definisce statista “l’uomo di stato il cui apporto alla vita politica di un paese ha rivestito o riveste un’importanza di grande rilievo o addirittura storica”. L’ovvietà spesso non si sposa con una critica ignorante.

Una cosa è certa: questo pluralismo ideologico e queste affermazioni spesso ovvie non “ci riportano ai periodi più bui della nostra storia”, se mai è vero il contrario. Magari ci fanno maggiormente riflettere e magari con le affermazioni ben interpretate del generale quei tredicimila docenti assunti sul fronte della disabilità, come ha riportato il ministro Giuseppe Valditara, potrebbero diventare un giorno ventiseimila, per garantire una maggiore assistenza e per più tempo ai ragazzi meno fortunati, seguendo le idee al contrario di Vannacci.

Qui però, secondo noi, il problema infinito e di fondo è da sempre solo uno. Quando mancano agli interlocutori le argomentazioni per controbattere su concetti logici e sensati che disarmano su qualsiasi fronte, beh allora la forma migliore è quella di alzare la voce coprendo quello che dice l’altro o di bollare e denigrare a prescindere l’avversario, magari con paroloni roboanti come quelle scritte da beoti dell’informazione: “la segregazione per persone con disabilità”. E’ per questo che noi delle Gazzette non ci stiamo. Non siamo d’accordo che uno finisca in una inutile quanto deleteria gogna mediatica dove non è la notizia la vera protagonista dell’articolo, ma è piuttosto la critica di parte ad un diverso modo di vedere le cose, discutibile quanto si vuole, ma sempre espressione di quella parola democrazia della quale ognuno, anche a sproposito, si vuole riempire la bocca.

E allora ben vengano tanti Vannacci che, senza tanti giri di parole, dicono quello che pensano e che ritengono sia giusto, vista anche la grandissima esperienza di vita come in questo caso del generale, per la nostra società evoluta e per migliorare le condizioni dell’essere umano. Attendiamo impazienti il risultato indiscutibile delle urne e se ne facciano una ragione tutti i “possessori della verità in assoluto”. Il futuro del mondo non tutti lo vedono nel verso in cui sta andando, qualcuno lo può vedere e auspicare anche al contrario. E se c’è tanto rumore intorno a questa nuova figura che si è affacciata ai rotocalchi nazionali e non da solo un anno forse è perché qualcuno la può pensare come lui? Ammesso che si possa ancora pensare democraticamente e al contrario.

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