Lavoratori dipendenti, approvato lo smart working obbligatorio: devi stare per forza a casa in questi giorni | E il titolare muto

Smart Working - Fonte Pexels - LaGazzettadelserchio.it
Smart working, questa modalità di lavoro è ormai prevista in molti settori. In determinate circostanze è obbligatorio
Dopo la pandemia da Covid-19 il mercato del lavoro ha subito notevoli trasformazioni e tanti sono stati i cambiamenti apportati.
Le vecchie e tradizionali abitudini come recarsi in ufficio hanno lasciato il loro posto a nuovi metodi organizzativi più flessibili sia dal punto di vista del luogo che dell’orario.
In particolare a diffondersi in maniera considerevole è stato lo smart working. Parliamo di un trend ormai in forte ascesa, un’ascesa che è cominciata negli scorsi anni e che, recentemente, si sta consolidando sempre di più.
Sebbene le difficoltà iniziali, oggi la maggior parte delle aziende reagisce bene alla necessità di implementare programmi di smart working.
Smart working e datori di lavoro
I vantaggi dello smart working sono sicuramente tantissimi soprattutto per quei lavoratori che ogni giorno per raggiungere il loro luogo di lavoro sono costretti a compiere molti km. E’ bene precisare però, che lo smart working, prima di essere implementato, deve sempre prevedere un accordo scritto tra lavoratore e datore di lavoro. Una volta stabilito questo accordo, lo smart working non comporta modifiche né alla retribuzione né al numero di ore lavorative settimanali. L’azienda inoltre dovrebbe dotare il lavoratore di tutti i necessari strumenti per svolgere il proprio lavoro in modalità agile.
In linea generale, tale modalità andrebbe a risolvere una serie di problematiche possono presentarsi all’improvviso. Sono diversi gli imprevisti che possono accadere ad un impiegato che si reca in ufficio. Pensiamo ad esempio, all’eventualità di incappare in un ingorgo o ancora in una bufera. Ma cosa accade allo stipendio se a causa del maltempo il lavoratore si è presentato in ritardo al compimento dei propri doveri da contratto? A chiarire la questione ci ha pensato la legge.

Obbligo Smart Working
Nel 2012, il Ministero del Lavoro ha chiarito, con l’interpello n. 15/2012, che, qualora un lavoratore non riesca a raggiungere il posto di lavoro a causa di eventi atmosferici estremi, l’impossibilità non è da attribuire al dipendente, a patto che quest’ultimo informi tempestivamente l’azienda. Se però il dipendente non è obbligato a lavorare, dall’altro l’azienda non ha l’obbligo di pagare la retribuzione.
Quindi, visto che la Corte di Cassazione ha escluso l’obbligo per il datore di lavoro di riconoscere la retribuzione per l’assenza causata da maltempo, il dipendente di qualsiasi settore può ricorrere ad alcuni “espedienti” per assicurarsi la paga anche nei giorni di forte maltempo che gli impediscono di raggiungere il posto di lavoro. Ad esempio, sfruttando tali giornate per chiedere permessi retribuiti. Ad ogni modo, optare per soluzioni alternative come lo smartworking obbligatorio in casi emergenza potrebbe rappresentare il giusto equilibrio tra datore di lavoro e lavoratore.