“L’ho comprato per risparmiare” | Ma finisce sul tavolo della sala operatoria: non mangiare MAI questo prodotto LIDL

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Lidl - Fonte Ansa - LaGazzettadelserchio.it

Prodotto Lidl, ciò che è stato trovato al suo interno è davvero inimmaginabile. Ecco tutti i dettagli della notizia

Lidl è una delle catene di distribuzione più note nel nostro Paese, divenuta ormai un punto di riferimento per moltissime famiglie italiane. Il colosso infatti, ogni giorno propone ai suoi clienti numerose offerte che riescono a coinvolgere un numero sempre crescente di consumatori.

La chiave del suo successo si deve alla sua politica basata su qualità–prezzo. In questo modo riesce ad offrire ai clienti prodotti più vicini alle loro esigenze ad un costo accessibile.

La gamma di riferimento parte dai beni di prima necessità, fino ad arrivare ai prodotti per la cura della persona e della casa.

Eppure quello che è stato scoperto di recente, è davvero allarmante. Un prodotto presente sugli scaffali del punto vendita, è risultato essere davvero molto pericoloso.

Lidl, la scoperta preoccupante

Ad essere finito nell’occhio del ciclone è una bevanda molto acquistata dagli italiani, molto diffusa tra l’altro in tutto il mondo. Secondo un’indagine avviata realizzata dalla rivista svizzera Saldo, vi sarebbero all’interno sostanze altamente dannose per la salute dall’uomo.

Il consiglio quindi è evitare l’acquisto di questo prodotto se non ci si vuol ritrovare nel letto di un ospedale. Ora però capiamo nel dettaglio di quale prodotto si tratta e tutti i dettagli.

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Lidl, un prodotto preoccupante – Fonte Pixabay – LaGazzettadelserchio.it

Ecco cosa è stato trovato al suo interno

Quello che è emerso dall’analisi è alquanto preoccupante. All’interno della bevanda sono state trovate tracce di pesticidi come il glifosato e l’erbicida, quest’ultima di più largo impiego al mondo. L’analisi ha individuato residui di glifosato in due referenze specifiche: il Barissimo Caffè Crema & Aroma venduto da Aldi e l’Espresso Bellarom extra dark commercializzato da Lidl.  Le concentrazioni rilevate risultano inferiori ai limiti di legge, ma la presenza dell’erbicida rimane motivo di discussione. L’Organizzazione Mondiale della Sanità lo ha classificato come “possibilmente cancerogeno”, mentre l’Agenzia europea per le sostanze chimiche ritiene che, allo stato attuale, non sussistono motivazioni scientifiche o normative per procedere con un divieto.

Nel corso dell’indagine, è emersa inoltre la presenza di cadmio nel Bio Caffè di Migros e in due articoli distribuiti da Lidl. Il cadmio è un metallo pesante considerato tossico, in grado di accumularsi nell’organismo umano e costituire un potenziale pericolo per la salute. Anche in questo caso, le quantità riscontrate restano al di sotto della soglia legale di 0,2 µg/kg. Rimane tuttavia critico l’aspetto che riguarda la mancanza di trasparenza circa l’origine geografica delle materie prime. Numerosi marchi, tra cui Lidl, Aldi, Lidl, Migros, Starbucks e Mövenpick, non forniscono indicazioni in etichetta circa i Paesi d’origine dei chicchi impiegati. Secondo quanto riportato da Saldo, un’indagine svolta direttamente presso i distributori ha permesso di scoprire che i chicchi utilizzati nei prodotti testati provengono da almeno 10 Paesi differenti.