Dovete lavorare finchè non schiattate | Pensione, cambia tutto: non ti mollano neanche a 80 anni
Cambiano per le disposizioni per la pensione, ma le notizie che arrivano non sono buone. Serviranno più di 43 anni di contributi.
La pensione è qualcosa che tantissime persone sognano, perchè rappresenta per loro il momento in cui possono finalmente dedicarsi a loro stessi e alle persone che amano.
È un traguardo, che pone fine agli impegni lavorativi e da inizio a un periodo di assoluta libertà, nel quale si può godere dei soldi della pensione, dopo anni di contributi.
Tuttavia per molti e soprattutto per le generazioni più giovani, rappresenta sempre un miraggio.
L’età pensionabile aumenta sempre più con il passare degli anni. Gli ultimi aggiornamenti dell’INPS non fanno ben sperare, ma tutt’altro.
Un futuro tutt’altro che roseo
Attualmente l’età pensionabile è di 67 anni, tuttavia per il futuro è previsto un allungamento, considerando della Ragioneria di Stato indicano che nel 2040 di potrà andare in pensione a 68 anni e un mese. Un futuro che non si prospetta affatto roseo.
Negli ultimi giorni poi, come riporta “Money.it” “l’INPS ha aggiornato il valore minimale della pensione e fatto chiarezza su quanto bisogna guadagnare nel 2025 per far sì che una settimana di lavoro porti all’esatto riconoscimento di una settimana di contribuzione valida ai fini pensionistici”. Purtroppo però i risultati che ne derivano non fanno ben sperare chi soprattutto ha un basso stipendio, come per esempio un lavoratore part-time. Stando a guardare le statistiche, potrebbe metterci molto più tempo del dovuto, addirittura più di 40 anni.
Oltre 43 anni di contributi per arrivare alla pensione
Come riporta “Money.it” ella circolare INPS n. 26 del 30 gennaio 2025, il trattamento minimo ha un valore pari a 603,40 euro. Praticamente il minimale settimanale per l’accredito dei contributi è di 241,36 euro, mentre il limite annuale ammonta a 12.550,72 euro. Stando a queste condizioni qualcuno che lavora part-time 20 ore settimanali e guadagna 500 euro in un mese, ovvero 6000 euro all’anno, se in una sola settimana guadagna 115.38 euro, per arrivare ad almeno 20 anni di contributi, avrà bisogno di lavorare per almeno 43 anni (un vero dramma per chi ha iniziato a lavorare verso i 37).
Tuttavia è possibile riscattare gli anni di lavoro part-time o versare volontariamente i contributi mancanti per poter accedere alla pensione. In questo modo è possibile farsi riconoscere a pieno il periodo di lavoro con il contratto part-time, sebbene la retribuzione avuta sia minore rispetto al minimo retributivo. È un’operazione costosa, ma è il prezzo da pagare se si vuol smettere di lavorare e andare in pensione prima di 43 anni.