Anno nuovo, tasse nuove: ora se hai un conto postale ti dissanguano | Devi pagare il ‘pizzo’ allo Stato
Se hai un conto postale devi sapere che andrà incontro a delle spese ulteriori. Resterai a bocca aperta quando scoprirai come stanno realmente le cose.
Secondo quanto riportato sul sito money.it pare che ci saranno degli importi dovuti al Fisco per via del possesso di alcuni prodotti di investimento di risparmio postale. In tal caso stiamo parlando di libretti postali e buoni fruttiferi che vengono sempre più richiesti da chi è intento a risparmiare.
I libretti postali vengono emessi dalla Cassa ai Depositi e Prestiti Spa e sono distribuiti in via esclusiva da Poste Italiane. Essi sono simili al libretto di risparmio per le caratteristiche, il funzionamento e la tassazione. Anche i buoni fruttiferi rappresentano il risparmio postale e si presentano sia nella forma cartacea che nella forma dei materializzata.
Essi sono sottoscrivibili e rimborsabili presso ogni ufficio postale, non sono soggetti a commissioni o spese, possono essere sottoscritti a più persone fino a un massimo di quattro, il rimborso anticipato avviene per intero per quelli cartacei per quelli dematerializzati per frazioni.
Tra quelli proposti quello che risulta essere il più vantaggioso è il Buono3x4, dato che offre rendimenti più consistenti nel tempo. Prima di acquistarne uno è doveroso documentarsi sull’imposta di bollo da pagare a fine anno. La risposta lascerà a bocca aperta.
Informazioni utili su offerte e depositi Supersmart
Nel discorso Sono inclusi anche le offerte e i depositi Supersmart che sono dei vincoli proposti per garantire un risparmio sui libretti postali Smart. Innanzitutto bisogna dire che non sono previsti i costi di gestione, dall’apertura fino alla scadenza. Per quanto riguarda le spese fiscali, cioè la ritenuta sugli interessi attivi, si aggirano intorno al 26%.
A seguire c’è anche l’imposta di bollo di aliquota che è pari al 2×1.000, vale a dire lo 0,002 moltiplicato per l’ammontare del deposito. Una notizia che sicuramente non farà piacere ai diretti interessati. Adesso passiamo all’imposta di bollo sui buoni fruttiferi postali.
Buoni fruttiferi postali, le novità da non sottovalutare
Anche in questo caso i costi di gestione non sono previsti dalla sottoscrizione al rimborso. La ritenuta fiscale sugli interessi dipende dall’anno di acquisto del titolo. Per esempio quelli emessi fino al 20 settembre 1986 non hanno alcuna aliquota da applicare. Per quelli emessi dal 21 settembre 1986 fino al 31 agosto 1987 la ritenuta fiscale prevista è del 6,25%. Ad oggi la percentuale è del 12,5%.
Imposta di bollo è dello 0,2%, dal 2014 in poi, sul capitale versato, ma si applica solo se il valore di tutti i buoni fruttiferi postali intestati supera i 5.000 euro. Tanto è vero che a partire dal 2014 l’imposta minima di 34,20 euro risulta più essere valida.