Meloni ufficializza la tassa sul pesce: più lo mangi e più paghi l’extra | Diventerà un piatto da ricchi
Nuova tassa all’orizzonte, quindi meglio essere preparati per capire cosa sta per succedere al vostro portafogli.
Tutti conoscono la Tari, la Tassa sui rifiuti solidi urbani. Tuttavia forse molti non hanno sentito parlare di Tarip, acronimo che individua la Tariffa Rifiuti Puntuale.
Si tratta di una sorta di evoluzione della Tari, nel senso che si occupa comunque della raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, ma migliora il sistema di calcolo e quindi di entità della tassa da pagare.
Si basa infatti sulla quantità effettiva di rifiuti prodotti da ogni nucleo familiare, ma riguarda anche le utenze non domestiche quindi aziende e attività commerciali.
Pensata sulla base del principio “chi meno inquina, meno paga”, la Tarip rappresenta un sistema di tassazione sui rifiuti più equo che oltretutto dovrebbe esortare i cittadini a ridurre la quantità di rifiuti e a differenziare meglio la raccolta dei materiali riciclabili.
Arriva la Tarip
Il presupposto della TARIP è il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo di locali o di aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani.
Si considerano suscettibili di produrre rifiuti urbani i locali e le aree utilizzabili a qualunque scopo li renda idonei ad accogliere attività che anche solo potenzialmente generano produzione di rifiuti, indipendentemente che gli stessi siano o meno di fatto utilizzati.
Dove è in vigore la Tarip
Attualmente la Tarip non è in vigore in tutto il territorio nazionale, dal momento che sono i Comuni che devono recepirla e applicarla. Nel 2024 sono 872 i Comuni che già prevedono la tariffa puntuale e molti altri si aggiungeranno nel corso del prossimo anno. E’ opportuno infatti ricordare che la tariffa della Tari puntuale è così composta da una quota fissa: calcolata in base alla superficie dell’immobile e da una quota variabile, rapportata al servizio fornito e all’entità dei costi di gestione, che comprende:
Per questo motivo è buona pratica esporre il contenitore solo quando effettivamente pieno e cercare di differenziare il più possibile, al fine di effettuare il minor numero possibile di svuotamenti del secco non riciclabile. Questo è un premio per chi offre la possibilità di riciclare in maniera consapevole. Se consumate troppa indifferenziata che rende difficile il riciclo ovviamente pagherete di più. Tutto conforme alla svolta green del sistema. Il costo per ogni svuotamento è determinato in funzione dei coefficienti di produzione del secco non riciclabile conferito nel Comune e della tariffa unitaria applicata, come previsto dalla normativa.