Fisco, occhi puntati sui bonifici: se ti trovano questo errore sei in grossi guai | Ti tolgono ogni centesimo
Siete sicuri di sapere fare un bonifico? Attenzione a tutto, perché il Fisco è il vero Grande Fratello orwelliano.
Quante volte ricorrete ai bonifici per i vostri pagamenti, quante volte usate l’home banking o lo sportello per pagare con un bonifico? Tantissime se siete sinceri.
Sfortunatamente negli anni l’evasione fiscale, il riciclaggio di denaro e i pagamenti in nero sono stati una piaga per l’Italia e tutte queste congiunture hanno trasformato il Fisco nel Grande Fratello.
Come raccontato nel romanzo di Orwell, il Fisco vi osserva, controlla cosa spendete, quando e perché. Non dovete risultare “non conformi” nello stile di vita alla vostra dichiarazione dei redditi.
Non potete essere fiscalmente a basso reddito e poter pagare spese folli per beni di consumo o servizi extra lusso, perché a quel punto il GF interviene.
Il Fisco vi osserva sempre
La Cassazione con un’ordinanza recente del 19 giugno 2024, n. 16850, ha affermato: “se il contribuente non fornisce valide giustificazioni dei prelievi e versamenti effettuati su conti correnti a lui riconducibili, è legittimo l’accertamento bancario eseguito dall’Amministrazione Finanziaria ai sensi dell’articolo 32 del Testo unico sull’accertamento delle imposte sui redditi”.
In altre parole vale la regola della cosiddetta “presunzione di reddito”, secondo la quale ogni versamento su un conto corrente può essere considerato reddito, a meno che non si dimostri il perché è stato effettuato quel determinato versamento.
Attenzione a come compilate i vostri bonifici
In base a quanto soprascritto, sebbene la legge non imponga la relativa indicazione di una causale, si deduce che il bonifico è valido anche se la causale non viene compilata. Tuttavia esiste un grosso “ma” se i bonifici vengono effettuati senza la dovuta causale. Questa riveste un ruolo determinante. Qualora l’Agenzia delle Entrate richiedesse delucidazioni su un bonifico, e solitamente avviene in presenza di importi rilevanti, l’assenza della causale potrebbe determinare una presunzione sfavorevole per il contribuente che ha eseguito l’operazione.
Per questo motivo quando effettuate un pagamento siate chiari, dato che la causale è un mezzo di prova. Dite se si tratta di un acconto o se state pagando un professionista. Siate chiari se state prestando soldi ad un parente, non mentite o potrebbe il tutto ritorcersi contro di voi in sede di accertamento fiscale. Ricordate che per bonus edilizia e ristrutturazioni della prima casa è necessario effettuare il cosiddetto “bonifico parlante” al fine di ottenere le detrazioni fiscali. Questo richiede delle informazioni aggiuntive rispetto all’ordinario. Ad esempio, il codice fiscale del soggetto pagante, la partita Iva dell’impresa che ha effettuato i lavori, nonché la norma di legge che consente di ottenere l’agevolazione fiscale.